Concept Note “Migrazioni”
“Le persone sono lo sviluppo”
Dal percorso del Summit nazionale delle diaspore alla Conferenza Nazionale: le sfide della nuova Cooperazione Internazionale allo Sviluppo in tema di migrazioni.
L’Italia assiste da oltre quarant’anni a una crescente presenza e al passaggio di persone provenienti da paesi terzi, la maggior parte dai cosiddetti Paesi in Via di Sviluppo (PVS). Questa componente della popolazione si è oramai consolidata e ramificata nel paese, articolandosi lungo tutto il territorio italiano con modalità molto diverse a seconda del contesto socio-economico, avviando la nascita e lo sviluppo eterogeneo di organizzazioni e associazioni di migranti.
Queste ultime svolgono da sempre un ruolo fondamentale, non solo nel favorire i percorsi di inserimento nella società ospitante, ma anche nel promuovere e organizzare attività di solidarietà internazionale e cooperazione allo sviluppo. Diverse associazioni infatti hanno aderito e stanno partecipando a progetti finanziati dalla Cooperazione italiana in via diretta e indiretta, o attraverso organizzazioni internazionali, dalla cooperazione decentrata degli enti territoriali, e da altri organismi pubblici e privati, come le fondazioni bancarie, in partenariato con le Organizzazioni Non Governative (ONG), i centri studi e le università, le cooperative e le imprese. Allo stesso modo, le associazioni migranti stanno realizzando progetti finanziati a livello europeo partecipando ai bandi della Commissione europea e di organismi multilaterali.
Andrebbe conferita rilevanza anche alle realtà di immigrati che mantengono interessi e rapporti con il paese di origine, il cosiddetto trans-nazionalismo culturale, sociale, economico e politico, che deve essere valorizzato; la capacità quindi di essere, di vivere e di sentirsi radicati qui e lì, concependo innanzitutto la globalizzazione come multilocalismo.
Il trans-nazionalismo degli immigrati può e deve diventare l’occasione per un trans-nazionalismo territoriale e del sistema italiano, capace di costruire relazioni di partenariato negli ambiti di reciproco interesse: sociale, culturale, economico, politico, commerciale, istituzionale.
Oltre agli immigrati e alle loro associazioni va evidenziato il grande ruolo che possono giocare le cosiddette seconde generazioni o nuove generazioni figlie di immigrati e di coppie “miste”. Questi giovani non hanno sovente conoscenza e relazioni con i paesi di origine dei loro genitori, ma nell’acquisizione di una propria identità combinano l’appartenenza all’Italia (per cui è necessario valutare al più presto una revisione delle modalità di accesso alla cittadinanza) con una particolare sensibilità all’apertura internazionale e quindi alla cooperazione per un mondo migliore.
Infine, non va dimenticata l’attuale difficile congiuntura che vede la cooperazione allo sviluppo intrecciata alla politica migratoria. L’Italia, con l’Unione Europea, sta assumendo via via un ruolo di grande importanza nel cercare di governare i flussi migratori, in particolare lungo la rotta del Mediterraneo centrale. La cooperazione è coinvolta nella realizzazione di progetti per far fronte alle cause profonde delle migrazioni, ma vi sono alcuni casi di iniziative europee e italiane che deviano l’aiuto per finalità che non sono quelle stabilite dal Trattato di Lisbona. Sia dalla società civile che dalle Nazioni Unite viene criticata l’applicazione di una politica migratoria troppo concentrata su misure di sicurezza, che in diversi casi provoca sofferenze e violazioni dei diritti umani dei migranti – che l’assistenza umanitaria può lenire solo in parte.
Si sottolinea quindi il ruolo che il trans-nazionalismo delle diaspore può ricoprire nella tutela dei diritti umani dei migranti e la necessità di adottare una politica più equilibrata e coerente fondata sull’apertura di canali di migrazione regolare verso l’Europa e sul rispetto dei diritti umani, con un’attenzione alla protezione dei richiedenti asilo e dei rifugiati, così come in generale dei migranti moltiplicando gli sforzi avviati con i corridoi umanitari, disarticolando la cooperazione da logiche di restringimento della mobilità umana e utilizzandola affinché la migrazione sia una scelta libera.
Sono emerse diverse proposte per orientare le attività della cooperazione italiana dei prossimi anni, di seguito illustrate.
Raccomandazioni e proposte
- Rafforzare le competenze delle associazioni della diaspora attraverso:
- La formazione volta al rafforzamento delle capacità e delle strutture delle associazioni (non dimenticando le nuove generazioni) di partecipare alla Cooperazione italiana, europea e internazionale, con la redazione di un “Manuale sulle diaspore nella cooperazione” che mostri le opportunità esistenti.
- La creazione di uno sportello di consulenza e informazioni che raccolga le richieste e indirizzi verso le strutture competenti in modo da sostenere l’inclusione delle associazioni dei migranti nella Cooperazione italiana.
- La promozione di bandi dedicati specificatamente alle associazioni di immigrati per consentire alle stesse di partecipare, da sole o all’interno di reti territoriali, non solo come partners ma anche come capofila, finalizzandoli a paesi e/o temi come sviluppo comunitario (educazione, salute, piccole attività produttive) in ambito rurale, iniziative di supporto a processi di pacificazione, sostegno alle famiglie separate e a minori non accompagnati nei paesi di transito, informazione e sostegno a migrazioni responsabili, …
- Valorizzare il ruolo degli imprenditori, delle imprenditrici e delle competenze dei migranti attraverso un registro, una serie di call per iniziative da sostenere con crediti agevolati, e/o un programma di assistenza a studi di fattibilità; un programma di coinvolgimento di imprenditori migranti in incubatori nei paesi del Sud; un programma di inclusione delle competenze delle diaspore nelle iniziative della Cooperazione italiana, ad esempio per la diffusione di energie alternative off-grid in ambito rurale.
- Contribuire alla definizione di una nuova narrazione sulle migrazioni
- Istituzionalizzazione del “Summit Nazionale delle diaspore” con la cooperazione internazionale (organizzazione annuale) realizzando una nuova edizione nel 2018 focalizzata su possibili programmi tematici sulla cooperazione.
- Creazione di un sito o blog del “Summit nazionale delle diaspore 2018” (collegato ai social network) per una continua informazione sulla cooperazione italiana e il suo sistema.
- Organizzazione nei diversi territori di eventi culturali per comunicare al meglio il ruolo della diaspora nella cooperazione internazionale, ampliandone il coinvolgimento in nuove città e approfondendone il rapporto nei territori già toccati.
- Avviare un percorso che porti in medio o lungo termine alla creazione di un soggetto in grado di rappresentare le diaspore a tutti livelli
- Dal Summit Nazionale delle diaspore è emerso che, affinché il ruolo delle diaspore sia riconosciuto effettivamente, è necessario che le associazioni dei migranti si attivino, che siano quindi accompagnate verso la creazione di un soggetto politico/giuridico capace e autorizzato a rappresentarle in tutte le sedi e a tutti livelli. Per questo sarà utile realizzare momenti di incontro con il Settore Terziario e la cooperazione decentrata, ove scambiare idee su opportunità di strutturazione.